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FOR TRAIL BUILDING BULLETIN
#3 | Marzo 2023
I mesi di gennaio e febbraio sono stati molto intensi per i nostri trail builders: le precipitazioni, seppur ancora scarse, hanno permesso di eseguire lavori che non era stato possibile fare durante i mesi passati caratterizzati da siccità. In questo numero del Trail Building Bulletin vi raccontiamo dunque gli interventi dei mesi di gennaio e febbraio, di come i trail builders si prendano cura del territorio, vi parleremo degli attrezi del mestiere e vi faremo conoscere meglio Riccardo Serrato, Responsabile di Area della Caprazoppa.
Buona Lettura!
TRAIL BUILDING GLOSSARY: GLI ATTREZZI DEL MESTIERE
Come accennato nello scorso numero del Trail Building Bulletin, la manutenzione dei sentieri nella Finale Outdoor Region viene eseguita esclusivamente in modo manuale. Sicuramente ciò è dovuto alla morfologia del territorio, al fatto che molti sentieri sono nati in modo spontaneo ad opera di appassionati che hanno adattato e modificato tracce esistenti per l’utilizzo in MTB, rimanendo però sempre molto vicini a ciò che potremmo definire un “sentiero narurale”. Tutto il lavoro legato alla nascita, rifacimento, sistemazione di una linea non prevede dunque l’uso di mezzi meccanici quali escavatori, trinciatrici, fresa roccia, martelli demolitori come siamo ormai abituati a vedere altrove. Nei bike park, ad esempio, questi mezzi risultano necessari per creare flow trails o jump trails.
Ma quali sono allora gli attrezzi del mestiere dei nostri trail builders?
Sicuramente la "marapicca", termine ligure che sta ad indicare un attrezzo formato da due parti: una è una sorta di zappa per smuovere la terra, l'altra è una scure per tagliare le radici nel terreno e pezzi di legno. Oltre a questo, tra gli attrezzi troviamo piccone, zappa, pala, seghe e seghetti, motosega, roncola - per recidere steli di piante e arbusti - , rastrello, soffiatore, decespugliatore. Sono questi pochi attrezzi, insieme alla passione e alla competenza dei nostri trail builders e a incalcolabili ore di lavoro, ad aver creato negli anni, zappata dopo zappata, un vero e proprio paradiso per la mountain bike che oggi tutto il mondo ci invidia.
TRAIL BUILDIN E (È) CURA DEL TERRITORIO
Oulizia dell'area di bosco vicina ad un sentiero.
La Finale Outdoor Region conta oltre 350.000 presenze all’anno di bikers. Questo numero si traduce in centinaia di migliaia di passaggi sui sentieri che subiscono ovviamente una grande pressione. Con flussi di questo tipo, il trail building è un’attività fondamentale: senza manutenzione i sentieri diventerebbero pericolosi, poco divertenti per i rider e si andrebbe ad arrecare danno al territorio. Per evitare tutto ciò e permettere al turismo outdoor di continuare ad esistere, l’attività di trail building è fatta di costanti interventi di manutenzione ordinaria, oltre ad interventi straordinari - tutti resi possibili oggi dalla FOR YOU CARD - ma non è solo questo.
Il nostro territorio purtroppo a volte viene maltrattato dalle stesse persone che lo abitano. Per chi frequenta boschi e strade sterrate, non è inusuale imbattersi in discariche a cielo aperto: materassi, sanitari, pneumatici, resti di materiali edilizio vario, vetri, materiali plastici, televisori, frigoriferi.
Una situazione diffusa che in alcune zone è davvero grave. Come quella in cui si sono imbattuti alcuni dei nostri trail builders in gennaio e che hanno provveduto a ripulire. Successivamente il comune di Calice Ligure si è occupato di far conferire in discarica tutti rifiuti raccolti.
I rifiuti raccolti dai nostri trail builders.
I trail builders della Finale Outdoor Region, oltre a curare i sentieri e a cercare di porre rimedio a queste situazioni di degrado per l’ambiente, durante il loro lavoro si occupano anche delle aree del bosco limitrofe ai sentieri, dove l’abbandono e gli agenti atmosferici causano l’accumulo di rami, tronchi, pietre. Anche questi vengono raccolti e accatastati e, quando possibile, riutilizzati, dando così al bosco e al territorio un aspetto curato e preservandolo da uno stato di abbandono che, alla lunga, sarebbe sempre più difficile recuperare.
Se è vero dunque che l’attività di trail building è mirata alla fruizione dei sentieri, è anche vero che essa ha una finalità generale di tutela e valorizzazione del territorio in senso molto più ampio e altrettanto importante.
MANUTENZIONE GENNAIO E FEBBRAIO 2023, AREE BASE NATO E FEGLINO
di Fabrizio Valenti
Lavori sul trail Cà Bianca.
Seppur ancora molto deboli, le precipitazioni di gennaio e febbraio hanno reso possibile effettuare i movimenti terra necessari per il ripristino di alcuni tratti di sentiero particolarmente erosi o scavati che, a causa della prolungata assenza di piogge, non è stato possibile eseguire nei mesi estivi ed autunnali.
Per noi è scontato ma spesso ci rendiamo conto che che molte persone non sanno che in corrispondenza di lunghi periodi di siccità risulta impossibile lavorare la terra. Quest'ultima per essere plasmata e lavorata ha bisogno della giusta quantità di acqua ed umidità, altrimenti si produce solo polvere inconsistente, vanificando ogni tentativo di ripristino e rimodellamento del sentiero. Sarebbe come pretendere di voler impastare della farina o del cemento senza l'ausilio di acqua!
Il momento migliore per questo tipo di intervento è solitamente il periodo tardo autunnale che, in teoria, insieme a quello primaverile, dovrebbero essere i periodi più piovosi dell'anno. Oppure in pieno inverno, subito dopo le gelate importanti. Logicamente quando il terreno è ghiacciato è impossibile da lavorare, ma nel momento del disgelo il terreno è perfetto per essere lavorato.
Purtroppo i cambiamenti climatici non ci stanno aiutando: passiamo periodi estremamente lunghi senza precipitazioni e questo comporta un terreno secco ed asciutto praticamente impossibile da lavorare. Fortunatamente negli ultimi anni il nostro territorio non è stato oggetto di vere e proprie bombe d'acqua come successo in altre località limitrofe.
l lavoro di trail building non è mai banale, anzi è piuttosto complesso. Non siamo noi che decidiamo cosa fare e quando, ma come tutte le persone che lavorano in un'ambiente naturale ci dobbiamo adattare a quello che il meteo ci permette di fare come del resto fanno contadini, agricoltori, boscaioli. Ogni periodo è destinato ad un certo tipo di intervento e quello che si fa in estate non si può fare in inverno e viceversa.Sarebbe da improvvisati non seguire le regole della natura, cosa che fa chiunque conosca i fondamenti basilari per lavorare in un'ambiente naturale come il nostro. Fabrizio Valenti
Venendo ai lavori, siamo dovuti intervenire anche in questo periodo parecchie volte a causa del forte vento che ha fatto cadere molti alberi lungo i sentieri. Abbiamo terminato la maggior parte del lavoro su Cà Bianca e comprese alcune modifiche ed aggiustamenti sia sulla linea originaria che su quella nuova. Sono stati effettuati anche interventi di ripristino su Ingegnere, Cravarezza, Crestino, Pino Morto, Base Nato, Cromagnon, Neanderthal, Little Champery e curva Simonetti. Quest'ultimo era un vecchio sentiero utilizzato tanti anni fa da chi praticava mtb a livello locale. In questo caso è stato ripulito e riaperto anche per agevolare eventuali operazioni di recupero da parte del soccorso alpino in caso di incidenti su Cà Bianca e Little Champery.
Nel mese di febbraio abbiamo ultimato la nuova linea sul Crestino che arriva fino al metanodotto. Questo intervento ha lo scopo di eliminare il primo stradotto che, oltre a non essere divertente, veniva utilizzato dalle moto.
Come sempre, alcuni interventi sono stati dettati dalle condizioni meteo, in particolare è stato necessario rimuovere diversi alberi caduti a causa del forte vento.
L'ultima settimana di febbraio la squadra che normalmente opera sulle aree di Base Nato e Feglino si è dedicata, insieme alla squadra di trail builder di Pietra Ligure, al Rollercoaster.
Lavori su Crestino, in continuità della nuova linea iniziata lo scorso anno.
AGGIORNAMENTO ORGANIZZAZIONE TRAIL BUILDING - AREA OSIGLIA
I primi giorni di marzo si è tenuto un incontro tra il Consorzio Finale Outdoor Region e i ragazzi che si occupano della manutenzione dei sentieri di Osiglia. Anche questa area sarà gestita sul modello delle altre aree della Finale Outdoor Region, con un Responsabile di Area (Fabrizio Valenti) incaricato di monitorare la situazione dei sentieri, individuare gli interventi ed il budget necessari per la loro manutenzione. I sentieri di Osiglia saranno inoltre inseriti nella nuova mappa dei sentieri della Finale Outdoor Region la cui uscita è programmata per l'estate.
Vi racconteremo di più su Osiglia nei prossimi numeri del Trail Building Bulletin!
MANUTENZIONE GENNAIO E FEBBRAIO 2023, AREE PIETRESE E VAL MAREMOLA, MADONNA DELLA GUARDIA
di Alessandro Massa
Lavori sul trail Kill Bill.
Nel mese di gennaio abbiamo eseguito diversi lavori nell’area Madonna della Guardia/Calice. Nei primi giorni di gennaio abbiamo terminato la parte finale del trail Cacciatore, creando una chicken line nel passaggio più critico e pericoloso, il roccione poco prima della fine del sentiero, dove con notevole fatica abbiamo rotto una parte di roccia, molto tenace, riuscendo a realizzare un passaggio molto più agevole e sicuro anche in caso di condizione di pioggia e fango. Purtroppo non siamo riusciti, causa mancanza di autorizzazione da parte dei proprietari dei terreni, a modificare la parte terminale, dove si trovano altre rocce rese ancor più liscie dal transito delle mtb e un tombino per lo scolo acque che rendono particolarmente pericoloso la fine del sentiero.
Siamo poi intervenuti su Kill Bill 1: il sentiero necessitava di una manutenzione ordinaria, ma comunque impegnativa, visto che da più di un anno non veniva fatta. Unico punto dove è stato fatto un intervento più radicale è la parte del canalone che si trova nella parte centrale, molto ripido e dove le curve che avevo realizzato ai tempi dell’apertura del sentiero sono state demolite (a causa dei tagli di chi vuole andare dritto per aumentare la velocità) venendo a creare un solco profondo. Abbiamo dunque ricreato sponde e curve in modo da rallentare ed evitare la formazione dei solchi dovuti alle frenate. Anche Kill Bill 2 è stato interessato da interventi di manutenzione ordinaria terminati nel mese di febbraio.
Abbiamo lavorato anche nell’Area Pietrese e Val Maremola eseguendo interventi di manutenzione ordinaria su Hiroshima - Hellboy 1 e 2, Aleluja, Rock’n’Rolla, Titalana, Oltre Finale, e fatto alcuni ritocchi su Toboga di Canova. Sul Monte Grosso si è fatta manutenzione ordianaria su Spillover, Ruote di Pietra, Cuore di Cervo.
In Febbraio abbiamo terminato i lavori sia su Kill Bill 1 che su Kill Bill 2, per dedicarci, di seguito, al Rollercoaster, dove è previsto un intervento importante sulla parte alta con diversi cambi di linea, in particolare due, discretamente lunghi, che consentiranno una migliore percorribilità e renderanno il tracciato più semplice nei punti particolarmente ripidi, o almeno è questo il risultato che speriamo di ottenere. Verranno eliminati e modificati alcuni passaggi impegnativi su radici affiorate, dovuto al notevole incremento dei passaggi degli ultimi anni. Per la restante parte del sentiero si tratterà di una manutenzione ordinaria con spietramento, rifacimento di sponde e scoli acqua, ripristino si alcuni piccoli salti quasi cancellati dall'usura.
Anche a febbraio, nell’area Pietrese e Val Maremola, abbiamo eseguito interventi di manutenzione ordinaria su Hiroshima, Hellboy, Aleluia, Rock'n'Rolla, Dog Eat Dog, e Oltre Finale, dove ogni curva è stata resa più performante e la parte finale è stata resa più scorrevole.
Su Monte Grosso sistemazione di Ruote di Pietra, Cuore di Cervo e Spillover. A Ranzi abbiamo lavorato sulla correzioni e scoli del trail Dolcenera, lavoro fondamentale per prevenire l’erosione del tracciato. La zona di Ranzi sarà interessata da ulteriori lavori nel mese di marzo.
Lavori su Oltrefinale.
RICCARDO SERRATO, SENTIERI CHE NASCONO DALLE EMOZIONI
Foto: Andrea Marchi
Riccardo Serrato è uno dei Responsabili di Area all’interno del Tavolo Trail Buildng della Finale Outdoor Region. Di professione Tecnico di Radiologia, è sicuramente consigliabile incontrarlo nel bosco piuttosto che sul posto di lavoro! Biker e trail builder di lunga data, ci siamo fatti raccontare qualcosa di lui, della sua passione e di cosa rappresenti per lui il trail building.
Ciao Riccardo, dopo anni di trail building anche tu ora fai parte del gruppo di lavoro della Finale Outdoor Region che si occupa in modo continuativo della manutenzione dei sentieri. Da quanto tempo lavori sui trail?
Sono sempre stato appassionato di mountain bike e per anni ho corso a livello agonistico, partecipando a diverse granfondo. Per quanto riguarda l’attività di trail building, tutto è iniziato agli inizi degli anni 2000 con un gruppo di amici: Fulvio Balbi, Fabrizio Valenti, Betta Belmonte, diciamo il gruppo facente capo al negozio di Finalborgo “Rockstore”. Abbiamo iniziato a lavorare in Base Nato, sul sentiero “H”. Pensa che all’epoca esisteva un solo furgone per portare i biker! Avevamo anche fondato un’associazione che si chiamava “Il Sentiero”, proprio con l’obiettivo di sistemare i sentieri.
Oggi sei responsabile di area della Caprazoppa ma hai firmato anche molti sentieri nel Pietrese. Cosa rappresentano per te questi luoghi?
Per me Verezzi e la Caprazoppa sono luoghi speciali, posti con cui riesco ad entrare in sintonia, che mi trasmettono delle sensazioni positive, senza le quali forse non riuscirei a dare vita ad un trail. Amo quell’ambiente con cui si è creata una particolare empatia, con le sue rocce, la sua terra, la vegetazione che la caratterizza. Quando ho realizzato il Bondi Trail ho cercato di concatenare tratti esistenti ad altri nuovi, alla ricerca di un’esperienza che fosse il più vicino possibile al modo in cui a me piace fare mountain bike: tratti tecnici, salite, discese in un ambiente suggestivo, che ogni volta riesce a emozionarmi. Un’esperienza molto diversa da quella che si può fare su sentieri di altre aree dove si ricerca soprattutto la velocità.
Ultimamente ti sei dedicato molto anche all’area di Ranzi…
Si, è vero, e mi fa davvero piacere vedere che sempre più persone la stanno frequentando. E’ ideale per allenarsi o per divertirsi in e-bike, e poi mi piace perchè è molto ligure. Il borgo di Ranzi, la vigna, i maixei - i muri a secco in dialetto - i sugheri, le antiche mulattiere come il “Sentiero del Fieno” sono le unicità di questo posto che lo rendono speciale ai miei occhi e credo abbiano un grande potenziale a livello di emozioni che possono suscitare in chi vi entra in contatto. Ho dedicato molto tempo ai sopralluoghi necessari a capire come concatenare i vari tracciati per rendere l’esperienza di riding interessante. E’ stato un po’ come cercare di applicare una cover su un tatuaggio per dar vita ad un nuovo disegno. Ho voluto però mantenere gran parte dei nomi dei sentieri, solo un paio sono stati cambiati.
Alcuni anni fa durante una EWS, Chris Ball, dopo aver percorso Titalana, aveva espresso un commento davvero entusiasta su questo tracciato. Cosa pensi abbia di speciale questo percorso?
Credo che qui più che in altri luoghi siamo riusciti, mia moglie Tiziana ed io, a bilanciare l’attività di costruzione con l’interpretazione e lettura di ciò che quel terreno poteva offrire.Titalana ha un'anima da flow trail ma è, allo stesso tempo, un sentiero naturale. Questo sentiero mi ha dato molta soddisfazione e, per usare una metafora, potrei dire che con degli scampoli di tessuto ho fatto un vestito: nel senso che in quel momento in quell’area stavano nascendo altri sentieri e io ho unito ciò che non era stato utilizzato, dando vita appunto a Titalana.
Prima parlavamo del fatto che nel Finalese tutti i lavori vengono eseguiti manualmente, con l’ausilio di pochi attrezzi...
Si, questa è la tradizione di questo posto e ciò che ci distingue da altre destinazioni o da un bike park. Con mezzi meccanici è tutto più veloce, è una prospettiva completamente diversa. Sicuramente è molto diverso con un mezzo meccanico interpretare ciò che il luogo esprime, ciò che ha da dire, cosa invece naturale quando si lavora a mano. Fare trail building è un lavoro creativo.
Ci parli dei tuoi attrezzi?
Ti racconto un aneddoto. Qualche tempo fa, lavorando su un sentiero particolarmente accidentato, ho rotto la mia vecchia “marapicca”. Così è chiamato in dialetto ligure questo attrezzo. Un ferro del mestiere, come tanti potrebbero pensare. Per me non è solo questo: è stato forgiato da un fabbro di ottantacinque anni che ancora lavora il ferro a mano e costruisce utensili ormai introvabili. Per me, che da tanto lavoro sui sentieri che poi saranno percorsi da biker che vengono da tutto il mondo, è lo strumento che permette alle linee che sento e che vedo nella mia testa di prendere forma.
Ma cosa significa e per te cercare una linea?
La linea è una ricerca incessante, che cambia continuamente. Questa è la vera difficoltà, riuscire a leggere e comprendere ogni tipo di terreno, cercando di dare una forma al sentiero dettata dall’empatia che il bosco stesso ti trasmette e dove diventa importante includere delle unicità che possono avere le forme più svariate: di una roccia, di un albero, di uno spicchio di mare o di una costruzione in pietra ormai diroccata che anni fa sicuramente era abitata e che parla della fatica fatta per costruirla.
Quindi la linea per te non è solo una traccia da percorrere in bici, ma un insieme di suggestioni che come trail builder speri trasmettano delle emozioni a chi le incontra…
Questi sono per me valori aggiunti che caratterizzano e arricchiscono la ”tua” linea, e che la rendono diversa da quella di un altro builder. Sono perfettamente consapevole che la maggior parte dei fruitori del sentiero che sta nascendo non vedranno mai questi particolari. Ma se anche una sola persona li noterà e farà una foto in quel punto, ti ripagherà della fatica fatta.
Un sentiero nasce da un'emozione maturata in un girovagare continuo all’interno di un bosco alla ricerca di qualcosa che, poco alla volta, si materializza e diventerà l’anima del sentiero stesso. Al di là di questo mio personale modo di lavorare, va sottolineata l’importanza della pianificazione per la riuscita del progetto. Spesso linee improvvisate poco studiate originano qualcosa di inespresso con poca logica e piene di banalità che feriscono profondamente il bosco. Riccardo Serrato
Chi è secondo te il vero trail builder?
Sicuramente chi ha i calli nelle mani e che è in grado di proteggere un sentiero dalle piogge devastanti di questi ultimi anni e sa coniugare competenza e capacità nella realizzazione del trail. E l’affluenza dei bikers sarà il metro per capire se è stato fatto un buon lavoro. Siamo tutti trail builders ognuno con il proprio stile. Qualcuno bravo, qualcun altro meno!
Hai un approccio quasi filosofico al trail building. Come si coniuga questa tua visione un po’ romantica con l’approccio di oggi, necessariamente più strutturato e organizzato?
Spesso quando lavoro nel bosco un vortice di ricordi si susseguono nella mia testa: vedo volti di persone, sento le loro voci e il ricordo delle belle giornate passate insieme lascia il posto alla nostalgia dovuta al tempo che inesorabilmente passa. Questi pensieri mi portano anche a pensare a cosa rappresenta oggi Finale nel mondo della bici. Nessuno di noi l’avrebbe mai immaginato allora! Allora c’era l’entusiasmo, la voglia di stare insieme condividendo una passione comune come quella per la bici. Ormai essere trail builder è diventato quasi di moda, in un mondo dominato da foto e video postati sui social. Ma come avrai capito, anche se ora lavoriamo in modo più strutturato, per me essere trail builder è molto più di questo e, come ho detto, la mia marapicca è stata ed è molto di più di un banale “ferro del mestiere”.
Grazie Riccardo per queste tue riflessioni. Buon lavoro!
Arrivederci al prossimo numero del Trail Building Bulletin.
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